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Porta della Croce

Così chiamata per la presenza di una croce di legno nella sua facciata esterna la Porta della Croce è una delle più significative testimonianze di architettura militare tre-quattrocentesca. In origine era munita di ponte levatoio e guardata da torrioni. Nel 1648, la lunetta dell’arco interno venne affrescata con una Deposizione di Gesù dalla Croce, oggi trasferita per motivi conservativi nella chiesa di Santa Croce (apposta nella parete destra) e sostituita con un’opera contemporanea dal medesimo soggetto eseguita dal Maestro Bruno d’ Arcevia.

Cosa Vedere

  • S. Maria Maddalena

    S. Maria Maddalena

    I lavori per l’edificazione della chiesa iniziarono nel 1603, circa vent’anni dopo la riapertura del convento, complesso ben più ampio di cui fa parte la chiesa, e si conclusero non prima della fine del secolo. La struttura, inglobata nel complesso monastico omonimo, è interessante per la particolare forma ellissoidale della pianta, che sembra evocare le morbide aperture e chiusure dello spazio curvilineo ideato da Borromini per la chiesa romana di S. Maria dei Sette Dolori (1643-1646) dell’ordine claustrale delle Oblate Agostiniane. La suggestione borrominiana è rafforzata anche dalla presenza delle quattro porte laterali (dipinte a grottesche), dall’unico ordine di lesene e dalla forma ovale della cantoria. La comunità monastica del resto vantava rapporti consolidati fin dall’inizio del Seicento con i Padri Filippini del Convento romano di S. Filippo Neri, dove tra il 1637 ca. ed il 1660 ca. è attivo Borromini. Di particolare interesse sono gli arredi lignei, i cui ornamenti di elevata qualità artistica distinguono l’ambiente signorile del monastero. Un recente restauro ha restituito gli antichi materiali ed i colori originari attraverso l’eliminazione delle sovrastrutture accumulatesi nel corso dei secoli.

  • San Michele

    San Michele

    Edificata nel 1290 dai monaci benedettini camaldolesi dell’Abbazia di S. Maria di Sitria, la Chiesa di San Michele fu rimaneggiata fra il 1442 ed il 1480. La data di costituzione della chiesa è impressa sul mattone della chiave di volta del portale laterale. La parte inferiore in pietra presenta elementi romanici, mentre la parte superiore in mattoni è il risultato di rifacimenti in stile gotico. Sulla facciata dell’ingresso principale vi è un portale in legno con decorazioni in pietra a motivi geometrici, caratterizzato da due mani scolpite alla base dei pilastri che sostengono il portale.

    L’interno, decorato con affreschi ed una tela dei secoli XV e XVI, è caratterizzato dall’assetto originario a navata unica con il presbiterio rialzato di pochi gradini. Tale navata è scandita dai tabernacoli di pietra arenaria, dagli archi spezzati del soffitto e dai possenti archi trasversali a sesto acuto, introdotti con la ristrutturazione quattrocentesca.

  • Chiostro San Francesco

    Chiostro San Francesco

    Nell'antico convento di San Francesco, dei Minori Francescani Conventuali, risalente ai primi del XIV secolo, oggi è collocata l'attuale sede del Municipio. La struttura dell'edificio è rimasta sostanzialmente intatta fino ad oggi, ma è scomparsa la chiesa annessa che aveva una torre con orologio. A testimonianza, sulla sinistra della facciata del palazzo comunale, ci sono le tracce di un antico affresco che apparteneva alla chiesa. Ora,  nell’attuale Piazza Gramsci, resta il Chiostro di San Francesco, che fu ristrutturato nella seconda metà dell’Ottocento. Il loggiato conserva nel pennacchio del terzo arco un frammento di affresco, che apparteneva forse ad un altare, raffigurante il tetto di una capanna e riconducibile al tema della Natività di Gesù.

  • Chiesa S. M. de Abbatissis

    Chiesa S. M. de Abbatissis

    Edificata nella prima metà del Duecento la chiesa deve la sua importanza alla presenza del Beato Gherardo, monaco benedettino vissuto a cavallo dei secoli XIII-XIV e patrono del paese. Alla fine del Cinquecento la Chiesa di Santa Maria De Abbatissis diventa parrocchiale, grazie proprio alla fama e all'importanza che aveva assunto come meta di pellegrinaggi, devozione e venerazione la presenza del corpo del Beato. Infatti, nella cappella dove è custodito il corpo del patrono, si adagiavano i malati per ottenere guarigioni miracolose.

  • Porta della Croce

    Porta della Croce

    Così chiamata per la presenza di una croce di legno nella sua facciata esterna la Porta della Croce è una delle più significative testimonianze di architettura militare tre-quattrocentesca. In origine era munita di ponte levatoio e guardata da torrioni. Nel 1648, la lunetta dell’arco interno venne affrescata con una Deposizione di Gesù dalla Croce, oggi trasferita per motivi conservativi nella chiesa di Santa Croce (apposta nella parete destra) e sostituita con un’opera contemporanea dal medesimo soggetto eseguita dal Maestro Bruno d’ Arcevia.

  • Museo delle Arti Monastiche

    Museo delle Arti Monastiche

    Il complesso del Palazzo Comunale ospita il Museo delle Arti Monastiche “Le Stanze del Tempo sospeso” che raccoglie in ambienti di grande suggestione i reperti di cultura materiale appartenuti al vicino Monastero di S. Maria Maddalena. Le persone che entrano in questo museo non sono dei semplici visitatori, ma degli spettatori attivi, invitati a calarsi nei panni di diversi personaggi protagonisti di un percorso teatrale audioguidato. Attraverso il racconto di piccoli avvenimenti quotidiani, si ripercorrono le tappe fondamentali della storia del monastero, in un periodo compreso tra il secolo XVI ed il secolo XX. Le voci registrate di alcune attrici accompagnano il visitatore, per una conoscenza approfondita e consapevole della realtà spesso insondabile della clausura. Un immaginario e coinvolgente viaggio nelle stanze del tempo sospeso.

    Il percorso teatrale è individuale e risponde all’esigenza di conservare l’intimità di un’esperienza non solo conoscitiva, ma anche emotiva. Nella sala dedicata al laboratorio si può assistere alla proiezione di un video dove sono riprese le monache che abitavano il monastero fino a pochi anni fa, intente allo svolgimento delle loro attività ordinarie. Il percorso espositivo, caratterizzato dal contatto diretto con gli oggetti presentati ed integrato da un allestimento di tipo interattivo e multimediale, offre al visitatore la straordinaria occasione di conoscere più da vicino il mondo claustrale con le sue regole ed i suoi usi, scoprendo, attraverso il racconto della storia del monastero, una dimensione temporale naturalmente dilata verso l’infinito. Gli oggetti esposti sono stati ritrovati negli ambienti del Monastero di S. Maria Maddalena, che dal 1586 ha mantenuto la sua sede originaria accanto al museo. Ceramiche, utensili da cucina, contenitori in vetro per la spezieria, ma anche ricami, pizzi al tombolo e disegni ornamentali per paramenti sacri, sono sopravvissuti alle alterne vicende del monastero, conservando, a volte, que

  • S. Maria Maddalena

    S. Maria Maddalena

    I lavori per l’edificazione della chiesa iniziarono nel 1603, circa vent’anni dopo la riapertura del convento, complesso ben più ampio di cui fa parte la chiesa, e si conclusero non prima della fine del secolo. La struttura, inglobata nel complesso monastico omonimo, è interessante per la particolare forma ellissoidale della pianta, che sembra evocare le morbide aperture e chiusure dello spazio curvilineo ideato da Borromini per la chiesa romana di S. Maria dei Sette Dolori (1643-1646) dell’ordine claustrale delle Oblate Agostiniane. La suggestione borrominiana è rafforzata anche dalla presenza delle quattro porte laterali (dipinte a grottesche), dall’unico ordine di lesene e dalla forma ovale della cantoria. La comunità monastica del resto vantava rapporti consolidati fin dall’inizio del Seicento con i Padri Filippini del Convento romano di S. Filippo Neri, dove tra il 1637 ca. ed il 1660 ca. è attivo Borromini. Di particolare interesse sono gli arredi lignei, i cui ornamenti di elevata qualità artistica distinguono l’ambiente signorile del monastero. Un recente restauro ha restituito gli antichi materiali ed i colori originari attraverso l’eliminazione delle sovrastrutture accumulatesi nel corso dei secoli.

  • San Michele

    San Michele

    Edificata nel 1290 dai monaci benedettini camaldolesi dell’Abbazia di S. Maria di Sitria, la Chiesa di San Michele fu rimaneggiata fra il 1442 ed il 1480. La data di costituzione della chiesa è impressa sul mattone della chiave di volta del portale laterale. La parte inferiore in pietra presenta elementi romanici, mentre la parte superiore in mattoni è il risultato di rifacimenti in stile gotico. Sulla facciata dell’ingresso principale vi è un portale in legno con decorazioni in pietra a motivi geometrici, caratterizzato da due mani scolpite alla base dei pilastri che sostengono il portale.

    L’interno, decorato con affreschi ed una tela dei secoli XV e XVI, è caratterizzato dall’assetto originario a navata unica con il presbiterio rialzato di pochi gradini. Tale navata è scandita dai tabernacoli di pietra arenaria, dagli archi spezzati del soffitto e dai possenti archi trasversali a sesto acuto, introdotti con la ristrutturazione quattrocentesca.

  • Chiostro San Francesco

    Chiostro San Francesco

    Nell'antico convento di San Francesco, dei Minori Francescani Conventuali, risalente ai primi del XIV secolo, oggi è collocata l'attuale sede del Municipio. La struttura dell'edificio è rimasta sostanzialmente intatta fino ad oggi, ma è scomparsa la chiesa annessa che aveva una torre con orologio. A testimonianza, sulla sinistra della facciata del palazzo comunale, ci sono le tracce di un antico affresco che apparteneva alla chiesa. Ora,  nell’attuale Piazza Gramsci, resta il Chiostro di San Francesco, che fu ristrutturato nella seconda metà dell’Ottocento. Il loggiato conserva nel pennacchio del terzo arco un frammento di affresco, che apparteneva forse ad un altare, raffigurante il tetto di una capanna e riconducibile al tema della Natività di Gesù.

  • Chiesa S. M. de Abbatissis

    Chiesa S. M. de Abbatissis

    Edificata nella prima metà del Duecento la chiesa deve la sua importanza alla presenza del Beato Gherardo, monaco benedettino vissuto a cavallo dei secoli XIII-XIV e patrono del paese. Alla fine del Cinquecento la Chiesa di Santa Maria De Abbatissis diventa parrocchiale, grazie proprio alla fama e all'importanza che aveva assunto come meta di pellegrinaggi, devozione e venerazione la presenza del corpo del Beato. Infatti, nella cappella dove è custodito il corpo del patrono, si adagiavano i malati per ottenere guarigioni miracolose.

  • Porta della Croce

    Porta della Croce

    Così chiamata per la presenza di una croce di legno nella sua facciata esterna la Porta della Croce è una delle più significative testimonianze di architettura militare tre-quattrocentesca. In origine era munita di ponte levatoio e guardata da torrioni. Nel 1648, la lunetta dell’arco interno venne affrescata con una Deposizione di Gesù dalla Croce, oggi trasferita per motivi conservativi nella chiesa di Santa Croce (apposta nella parete destra) e sostituita con un’opera contemporanea dal medesimo soggetto eseguita dal Maestro Bruno d’ Arcevia.

  • Museo delle Arti Monastiche

    Museo delle Arti Monastiche

    Il complesso del Palazzo Comunale ospita il Museo delle Arti Monastiche “Le Stanze del Tempo sospeso” che raccoglie in ambienti di grande suggestione i reperti di cultura materiale appartenuti al vicino Monastero di S. Maria Maddalena. Le persone che entrano in questo museo non sono dei semplici visitatori, ma degli spettatori attivi, invitati a calarsi nei panni di diversi personaggi protagonisti di un percorso teatrale audioguidato. Attraverso il racconto di piccoli avvenimenti quotidiani, si ripercorrono le tappe fondamentali della storia del monastero, in un periodo compreso tra il secolo XVI ed il secolo XX. Le voci registrate di alcune attrici accompagnano il visitatore, per una conoscenza approfondita e consapevole della realtà spesso insondabile della clausura. Un immaginario e coinvolgente viaggio nelle stanze del tempo sospeso.

    Il percorso teatrale è individuale e risponde all’esigenza di conservare l’intimità di un’esperienza non solo conoscitiva, ma anche emotiva. Nella sala dedicata al laboratorio si può assistere alla proiezione di un video dove sono riprese le monache che abitavano il monastero fino a pochi anni fa, intente allo svolgimento delle loro attività ordinarie. Il percorso espositivo, caratterizzato dal contatto diretto con gli oggetti presentati ed integrato da un allestimento di tipo interattivo e multimediale, offre al visitatore la straordinaria occasione di conoscere più da vicino il mondo claustrale con le sue regole ed i suoi usi, scoprendo, attraverso il racconto della storia del monastero, una dimensione temporale naturalmente dilata verso l’infinito. Gli oggetti esposti sono stati ritrovati negli ambienti del Monastero di S. Maria Maddalena, che dal 1586 ha mantenuto la sua sede originaria accanto al museo. Ceramiche, utensili da cucina, contenitori in vetro per la spezieria, ma anche ricami, pizzi al tombolo e disegni ornamentali per paramenti sacri, sono sopravvissuti alle alterne vicende del monastero, conservando, a volte, quel particolare aspetto d’infinitezza che li caratterizza.


    Gli oggetti erano rimasti nelle “stanze del tempo sospeso”, sistemati in cassette, armadi e cassapanche come per essere ripresi e completati. La sospensione dell'attività manuale è propria della vita monastica, dove il lavoro è importantissimo, ma non prevarica mai il tempo della preghiera e della meditazione.

    I materiali esposti sono stati scelti in base alle testimonianze reperite dagli Offici monastici (i compiti specifici assegnati ad ogni membro della comunità) e dagli antichi inventari che le suore stilavano in occasione delle visite pastorali. Gli oggetti sono stati lungamente adoperati a volte sino alla consunzione ed in alcuni casi sono stati destinati a una funzione diversa da quella originale.

    In seguito sono stati accantonati o per l’immissione nel mercato di prodotti tecnicamente più avanzati o per il venir meno di abilità specifiche da parte delle suore, come avvenne ad esempio per la ceroplastica. Mentre di alcune attività, seppure non più praticate, resta ancora memoria tra le suore più anziane, di altre se ne è perso ogni ricordo. Attraversando le sale del museo si percepisce la dimensione di una quotidianità che ha come sfondo le voci sommesse delle suore, il loro canto, le loro preghiere, i passi nei corridoi, il battere delle spole nei telai, il rumore delle stoviglie, il suono della campanella e… il silenzio, che prelude alla ripresa gioiosa delle attività. Le clarisse hanno animato per secoli la vita spirituale e culturale del paese, rappresentando un punto di riferimento importante non solo nei momenti storici più difficili. La consapevolezza del valore storico e religioso del Monastero di S. Maria Maddalena è molto viva ancora oggi, e la si può percepire passeggiando per i vicoli di Serra de’ Conti.

    www.museoartimonastiche.it

    MUSEO DELLE ARTI MONASTICHE "Le stanze del tempo sospeso"
    Via Armellini, 2/B 60030 Serra de' Conti (AN)
    Tel. 0731.871739 Fax 0731.879290
    Mob. 329.2297331
    email: info@museoartimonastiche.it

    Orari di apertura e tariffe

     

Museo delle Arti Monastiche


Orari di apertura al pubblico:
Da martedì a domenica
(festivi compresi)
ore 10:30/12:30 e 16:30/19:30
Giorno di chiusura: lunedì
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