Giovanni Battista Nicolini

Giovanni Battista Nicolini

Fu un importante patriota e politico, nativo di Collamato (frazione di Fabriano) ma cresciuto a Serra de' Conti, che partecipò in prima persona e da protagonista a numerosi eventi risorgimentali. la sua fervente ed appassionata attività politica lo portò ad entrare in contatto con i principali protagonisti del Risorgimento come Mazzini e Garibaldi, ma fu molto attivo anche a livello locale dove contribuì in maniera decisiva alla formazione di una coscienza politica in molti giovani del luogo. Ripercorriamo sinteticamente le tappe salienti della sua vita.

Primi anni

Nacque nel piccolo borgo di Collamato, uno dei più popolati dell'alto fabrianese, e viene battezzato il 23 ottobre 1805. La sua famiglia apparteneva al ceto dei possidenti terrieri e negli anni aveva sempre manifestato piena adesione allo stato papalino e alla chiesa. Suo padre fu Antonio (nato nel 1775) che nel 1816 si trasferì a Serra de' Conti con la sua famiglia per ricoprire la carica di segretario comunale fino al 1829. Antonio si distinse per le sue idee liberali ed anticlericali che gli attirarono fin da subito le inimicizie della parte più ligia al governo papale; fu anche contestato per un certo suo modo piuttosto disinvolto e discrezionale di gestire la cosa pubblica, tanto che nel 1820 fu aperta un'inchiesta a carico suo per agire senza riguardo "alla religiosità delle cose pubbliche". Probabilmente il giovane Giovan Battista ricevette proprio da suo padre i primi insegnamenti politici, arricchiti e maturati attraverso una solida formazione classica e giuridica. Nicolini aderì molto giovane alla causa patriottica, iscrivendosi alla Società dei Carbonari, ed abbracciando successivamente la causa democratica e repubblicana.

La partecipazione ai moti di Ancona (1831-1832)

La sua prima comparsa sulla scena politica avvenne in occasione della rivoluzione del 1831, quando a 26 anni partecipò alle vicende anconitane con grande fervore. L'anno successivo (24 febbraio 1832) la città venne occupata dai francesi, che allontanarono le truppe austriache prima e quelle pontificie poi; in quella occasione confluirono in Ancona molti patrioti marchigiani e si instaurò un clima di entusiasmo verso le idee rivoluzionarie. In quella occasione fu fondato il primo nucleo della Giovane Italia mazziniana e venne istituita costituita una Colonna mobile armata composta da liberali e patrioti. Tuttavia la situazione divenne presto incontrollabile: si verificarono disordini, aggressioni e persino omicidi, come quello del Gonfaloniere Bosdari; tutto ciò indusse Papa Gregorio XVI a lanciare la scomunica (21 giugno) contro i ribelli, mentre i francesi ordinarono arresti ed espulsero i forestieri; per molti di essi si aprì la via dell'esilio. Nicolini si distinse in questa occasione come estensore di manifesti, proclami ed opuscoli patriottici rivelando doti di comunicatore e libellista. Arrestato nel corso dei moti anconitani, emigrò a Parigi dove ottenne che La Fayette leggesse al parlamento transalpino una protesta contro la condotta dei francesi in Ancona.